domenica 27 marzo 2011

Un anno con il 27° Reggimento Artiglieria "Legnano" di Paolo CRIPPA

"Tutto nasce, come molte cose, per caso..."

Così inizia una giornata qualunque, un sabato tra tanti, in una città particolare, Legnano.

Così conosco l'autore, il modellista, l'appassionato di storia, Paolo Crippa.

Di questo incontro mi resta l'impressione di aver parlato con una persona preparata e appassionata di storia, e uno dei suoi libri...

La domenica mattina, come faccio spesso, la dedico alla lettura e questa volta decido di mettere per un attimo da parte il libro di Arriano per passare a quello di Paolo Crippa e così faccio.

L'idea di percorrere la storia delle unità militari intitolate alla città di Legnano è buona e, unita alle foto di un incognito ragazzo del 1937 che raccontano la sua storia presso il 27° Reggimento Artiglieria a cavallo "legnano", rende il libro ancora più interessante... 

In complesso un bel libro dal quale si può intuire quale doveva essere la vita di un giovane militare di quei tempi lontani.

Complimenti, paolo... vai avanti così!

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO



sabato 12 marzo 2011

Matteo Madao: la Sardegna antica, le famiglie Vivaldi e Doria e la scoperta dell'America

Cari amici, vi chiederete cosa significhi il titolo di questo post. Proverò a spiegarvelo in poche righe...
Iniziamo dal dire chi fosse Matteo Madao, e per farlo ricorriamo ad un testo 
Matteo Madao - Sarde Antichità
Matteo Madao fu un padre gesuita sardo, nato a Ozieri il 27 ottobre 1733, entrato nei gesuiti il 23 aprile 1753 all'età di 19 anni, muore nel 1800 a Cagliari, presso la Casa di San Michele dove si ritirò a vita comune alla chiusura della Compagnia dei Gesuiti. Ce ne parla anche il Siotto-Pintor, non con belle parole, definendolo intemperante e attribuendo l'aggettivo di "pedante" alla sua opera.
Ciò che mi interessa di Madao è il fatto che in qualità di gesuita potesse accedere a informazioni non disponibili a tutti e a riguardo delle sue opere mi interessa introdurvi alle: "Dissertazioni storiche apologetiche critiche delle Sarde Antichità" pubblicata a Cagliari nel 1792... l'opera è interessantissima dal punto di vista storico ma non è di questa che voglio parlarvi, quanto della sua "pedante" introduzione.
Quando ho iniziato la lettura dell'introduzione devo rendere atto al Siotto-Pintor delle sue ragioni nel parlare di pedanteria, ma sono andato avanti lo stesso sperando di trovare delle informazioni interessanti sulla Sardegna antica e così...
Ma andiamo con ordine.
Matteo Madao dedica la sua opera sulle antichità della Sardegna a Donna Maria Vincenza Vivaldi nata Zatrillas, Marchesa di Pasqua di Trivigno de' Conti di Villasalto, Marchesi di Villaclara e di Sietefuentes. Nella lettera preliminari Matteo elogia la signora e i suoi avi e quelli del marito, risalendo fino a che i documenti glielo consentono. E proprio di alcuni personaggi della famiglia Vivaldi, rinomata famiglia Ligure, che voglio parlare, e per farlo vi riporto una parte del testo scritto dal nostro autore.

"Basta per ogni maggior lode della casa Vivaldi la sola rimembranza de' tre soli magnanimi fratelli, Ugolino, Vadino, e Guido Vivaldi, de' quali resosi compagno Teodisio Doria, dopo aver essi quattro portata la gloria de' loro nomi e il terrore delle lor armi a varie littorali città dell'Africa, dell'Europa, e dell'Asia, tutt'essi, uniti in lega di fraternale società, tentarono di aprirsi nuova strada nell'America, e, allestite a loro spese due grosse galee nell'anno mille ducento novant'uno, per lo stretto di Gibilterra furono i primi ad inoltrarsi nella navigazione dell'Oceano coll'idea di non più far ritorno in patria, se prima non avessero scoperto il nuovo mondo, e non v'avessero piantata la croce, e la fede di Gesù Cristo colla predicazione di due religiosi di San Francesco, che avevano in compagnia, da loro invitati; e, comecchè perissero od ingoiati dalle onde tra'flutti e procelle, o trucidati da' barbari idolatri in qualche terra isolata o continente, colsero almeno i primi l'invidiabile palma d'aver essi mostrato l'arduo sentiero, agevolata la scoperta del mondo incognito, e spalancata la porta alla gloriosa impresa del celebre loro compatriotto, Cristoforo Colombo, del prode fiorentino, Amerigo Vespucci, e del coraggioso portoghese, Vasco Gama, i quali dugento e più anni in appresso imitarono l'esempio di questi eroi, la cui veneranda memoria si può dire che dura tutt'ora scolpita negli scogli e ne'lidi di questa quarta e immensa parte del mondo. Genova sarà in eterno tenuta a'suoi Vivaldi, al suo Doria, ed al suo Colombo della gloria, che le hanno recata collo scoprimento dell'America, e le tre parti del mondo vecchio saranno in perpetuo obbligate a Genova dell'acquisto del nuovo..."

Ecco quanto mi interessava condividere con voi.
La storia di quattro genovesi che, accompagnati da due Francescani, nel 1291 partirono alla volta di una quarta parte del mondo... avventura che Matteo Madao dice essersi conclusa male.
Mi chiedo, se si è conclusa male, perché poco dopo dice che i quattro genovesi aprirono la strada dei più fortunati Colombo, Vespucci e Gama? 
Forse qualcuno tornò per raccontare qualcosa, racconto tenuto segreto per motivi di opportunità?     
E da dove il nostro autore trasse le notizie? Dagli archivi francescani, gesuiti o dagli archivi privati della famiglia Vivaldi?
Sarebbe veramente interessante approfondire questa storia e io come al solito cercherò di farlo e se scoprirò qualcosa ve ne renderò partecipi!

A presto...

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

venerdì 11 marzo 2011

Giuseppe Flavio: sugli Egizi

Come ho già più volte ricordato nei precedenti post, Antichità Giudaiche è ricco di curiosità. Questa volta voglio condividere con voi alcune curiosità sugli Egizi. Vi avverto subito che Giuseppe Flavio usava scrivere "Faraothe" per Faraone. Ed ecco la spiegazione dell'origine del termine:
Libro VIII, VI, 2
"Ora a coloro che domandano perché i Faraothi dall'Egitto, da Minaia, fondatore di Memfis, che visse molti anni prima del nostro progenitore Abramo, fino a Salomone (un intervallo di più di milletrecento anni) erano chiamati Faraothai, prendendo questo nome da Faraothes, re che regnò dopo quel periodo, ho ritenuto necessario spiegarlo per allontanare la loro ignoranza mettendo in chiaro il motivo di questo nome: 'Farao' per gli Egiziani infatti significa 'Re'..."

Giuseppe Flavio spiega che allo stesso modo in Alessandria i Re venivano chiamati Tolomei, dal nome del primo Re e i Romani prendono il nome di Cesari...

"Penso che sia per questa ragione che Erodoto di Alicarnasso, quando afferma che dopo Minaia (fondatore di memfis) ci furono in Egitto trecentotrenta Re, ma non ne da i nomi, è perché tutti erano cumulativamente chiamati Faraothai. E, invero, allorché dopo la morte di questi Re, regnò una donna come regina, egli ne da il nome, Nicaule, offrendo un chiaro argomento che, mentre i Re maschi potevano portare tutti lo stesso nome, la donna non poteva portare: per questo motivo la menziona col nome che le apparteneva dalla nascita."

Dunque secondo Giuseppe Flavio vi è una qualche differenza nella regalità maschile e femminile.

Giuseppe afferma che dopo Salomone nessun Re d'Egitto, ad eccezione del suocero, prese il nome di Faraothe. Aggiunge inoltre che nel periodo di Salomone regnò la donna di cui parlò in precedenza, sembrerebbe dunque che la regina di cui si parla fosse Nicaule, anche se altri dicono si trattasse della Regina di Saba.
Questa Regina si recò in visita a Salomone per conoscerlo e verificare di persona quanto si diceva sulla sua saggezza.

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO


sabato 5 marzo 2011

Giuseppe Flavio: Antichità Giudaiche

Cari amici,
proseguendo nella lettura del testo di Giuseppe Flavio mi sono imbattuto in un punto molto interessante.
Nel libro V,I,5 si parla della caduta di Gerico, e Giuseppe ci descrive come andarono le cose secondo i testi sacri:
"Aggirarono la città guidati dall'Arca e dai sacerdoti che col suono dei corni incitavano le truppe all'azione. Compiuto il settimo giro si fermarono un poco: le mura caddero giù senza che gli Ebrei facessero uso di alcuna macchina o altro ordigno del genere..."

La cosa più semplice e più immediata è quella di considerare questo passo alla stregua della fantasia... eppure, se non fosse così?
Nelle religioni orientali il suono è considerato molto potente ed alla stregua di un'arma.
Chi ha studiato fisica conosce bene il fenomeno per cui se si agisce su un corpo con dei colpi alla frequenza di risonanza del corpo, i colpi vengono amplificati fino a poter causare, potenzialmente, la distruzione del corpo stesso.
Nikola Tesla asseriva di poter creare i terremoti e anche distruggere il pianeta facendolo risonare.
In teoria ciò é possibile e sempre in teoria anche il suono è un'onda di pressione, dotato di frequenza... ciò significa che se si usa un suono è possibile, in teoria, distruggere un muro o qualunque altro corpo, se si usa la giusta frequenza.
Fantasie?!?

Credo proprio di no... solo scienza!

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO 

martedì 1 marzo 2011

Giuseppe Flavio: il significato di Adamo ed Eva, il Diluvio e la lunghezza della vita

Giuseppe Flavio - Antichità Giudaiche
Cari amici,
oggi voglio condividere con voi un'altra piccola parte dell'opera di Giuseppe Flavio: Antichità Giudaiche.
Qualche giorno fa abbiamo visto la sua vita e il significato del Sabato Ebraico, Oggi vi riporto un'altro brano, tratto sempre dal Libro I, in cui parla di Adamo...

I, 34 "Dio formò l'uomo prendendo della polvere dalla terra e immise in esso spirito e psiche. Quest'uomo lo chiamò Adamo che nella lingua ebraica significa 'rosso', perché venne impastato con terra rossa; tale appunto è la terra vergine e pura..."

Giuseppe ci informa che la prima donna venne chiamata 'Essa' che in ebraico significa 'donna' e 'Eva' che significa 'madre di tutti i viventi'. 
Vi è un cenno anche al Paradiso, che viene individuato ad Oriente, chiuso tra quattro fiumi: il Feison (ovvero il Gange), il Foras (l'Eufrate), il Diglat (Tigri) e il Gheon (Nilo) ovvero ciò che spunta per noi dall'altro mondo!

E' veramente interessante scoprire, pagina dopo pagina il significato di tanti termini secondo la tradizione Ebraica.
Secondo Giuseppe Adamo aveva previsto che il futuro avrebbe visto la terra e l'umanità colpite da due immense catastrofi, una ad opera dell'acqua ed un'altra ad opera del fuoco. Allo scopo di preservare la conoscenza vennero dunque costruite due stele, una in mattoni ed una in pietra, su queste stele vennero scolpite le scoperte dell'uomo.
Chissà se esistono ancora... 
Adamo ebbe numerosi figli, uno di questi si chiamava Seth. Per sette generazioni i figli di Seth rispettarono Dio e le leggi, poi cambiarono e divennero cattivi. Molti angeli di Dio si unirono a donne e generarono figli orgogliosi, disprezzanti ogni virtù, pieni di fiducia nella propria potenza; le stesse cose che i greci attribuiscono ai giganti sono da Giuseppe attribuite a questi "angeli di Dio".  

Così Dio decise di annientarli per mezzo del diluvio che secondo Giuseppe è ben identificato nel tempo: 

I,III,74 "Dal tempo nel quale ebbe luogo la creazione del primo uomo Adamo (al diluvio) erano passati 2262 anni: la data è ricordata molto accuratamente nei libri sacri..."

2262 dal primo uomo...

" ...a seguito del Diluvio il genere umano fu annientato e Dio si prese cura anche di "accorciare" gli anni della vita umana, riducendola dai tanti che vivevano prima, a soli 120 anni". La vita prima del diluvio era infatti circa di mille anni.

Curiosa indicazione, che viene ripresa poco oltre, al libro II, VII,6 [187], mentre racconta la storia di Giacobbe alla corte del Faraone.
"Quando Giacobbe fu in presenza del re lo salutò e gli presentò le felicitazioni per il suo regno; Faraothe lo interrogò da quanto tempo viveva, ed egli rispose che aveva 130 anni: il re si meravigliò di quell'età così avanzata; al che Giacobbe aggiunse che i suoi anni erano inferiori a quelli dei suoi antenati".

Per oggi é tutto...

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO 

Premio Letterario Giuseppe Dessì - 2011

Cari amici e lettori,
come ogni anno vi invito a partecipare al premi Letterario Nazionale Giuseppe Dessì - 2011.

Eccovi il bando di concorso:


















Per avere ulteriori informazioni potete contattare premio.dessi@tiscali.it.

partecipate numerosi e buona fortuna.

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO
Archeologia, preistoria e storia, suddivisioni artificiose del tempo... l'unico testimone dell'evoluzione dell'Uomo...
Egitto... Roma... Sardegna...
Etruschi... Babilonesi... Assiri... Hyksos... Shardana... popoli del mare... Maya... Aztechi... Cinesi...
Vogliamo parlare di questi popoli e di altri... cercare di evidenziare similitudini e differenze... proveremo a studiare, assieme a chi ne ha voglia, popoli dimenticati... senza preconcetti!
Cercheremo di ripercorrere la storia di questi popoli con l'aiuto di storici antichi e moderni... ma non solo...
Cercheremo di andare oltre una disciplina scolastica leggendo testi antichi alla ricerca di radici ancora poco chiare...
Cercheremo di capire se è vero che l'uomo si è evoluto così come abbiamo studiato, linearmente, oppure se è possibile che le cose siano andate diversamente... come sostenne Platone!

Zibaldone...

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