mercoledì 31 ottobre 2007

Solone, Platone e Fetonte, figlio del Sole

Ancora una volta, rileggendo il Timeo, vengo colpito da qualcosa...
Questa volta è il terzo capitolo, lo stesso in cui si parla del mito di Atlantide che mi colpisce per un aspetto che non avevo osservato con attenzione... e sempre Critia che racconta ciò che da ragazzo sentì da un più vecchio Critia durante la festa Cureotide che asseriva di averla sentita raccontare da Solone sulla sua visita in Egitto e in particolare presso la città di Sais.
Solone parlava con i sacerdoti del tempio di Neith (Atena) di Foroneo e Niobe, vissuti prima del Diluvio e di Deucalione e di Pirra e di come s'erano salvati dal Diluvio, quando un sacerdote, per alcuni di nome Sonchis, per altri Pateneit, lo interruppe dicendo:
"... voi Greci siete sempre fanciulli e un Greco vecchio non c'é [..] Perocchè non avete in essa per antica udita alcuna antica opinione né scienza che per il lungo tempo sia diventata canuta. E il perché di ciò è questo: molte volte e per molti modi avvennero stermini di uomini e ne avverranno, per mezzo del fuoco e dell'acqua i maggiori, e per infinite cause altri più lievi. Infatti ciò che si racconta presso di voi, che una volta Fetonte figlio del Sole, aggiogato il carro paterno, per non esser capace di guidarlo sulla strada del padre, bruciasse quanto era in terra e perisse fulminato, questo si racconta in forma di favola, ma la verità è la deviazione delle cose che circuendo la terra vanno per il cielo, a la distruzione per mezzo del fuoco, dopo lunghi periodi di tempo, di tutto ciò che è sulla terra. Allora infatti..."
Tutto il resto è interessantissimo ma voglio cercare di capire meglio queste poche righe...
In primis, il sacerdote afferma che i greci sono giovani nel senso che non conoscono la storia.
Motivo? Le numerose estinzioni che hanno colpito il genere umano (e in particolare il popolo greco).
Le estinzioni sono causate principalmente da acqua e fuoco, così nel passato come nel futuro.
Poi arriva la spiegazione della favola di Fetonte... che è visto come il figlio del Sole perché portò distruzione per mezzo del fuoco... ma Fetonte non è altro che uno o più corpi celesti che deviati dal loro percorso finirono sulla terra e la distrussero con il fuoco.
E poi, per finire, sembra che ciò accada ripetutamente ad intervalli di tempo...
Bene, dopo queste poche righe vi invito a leggere il Timeo con attenzione e senso critico, cercando di andare oltre le parole, cercando di capire cosa potesse esserci dietro le parole...
Cercando di capire la Storia che potrebbe essere alla base di racconti, miti e leggende perché conoscere meglio il passato potrebbe aiutarci a vivere meglio il presente preparandoci correttamente al futuro...
Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

venerdì 26 ottobre 2007

Archita di Taranto (Taranto 428-347 a.C.)

Matematico, stratega e filosofo della Magna Grecia.
E' considerato il teorico del suono... per lui il suono è dovuto al movimento.
Studia la duplicazione del cubo e inventa una colomba volante e altri dispositivi meccanici, per lui l'Universo è infinito.
E' sicuramente da conoscere meglio... tramite le sue opere:
. De Mente et de principiis;
. De Mente et sensu;
. De Sapientia;
. De decem categoriis;
. De regno;
. De regibus;
. De generatione;
. De custodia.
Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

sabato 20 ottobre 2007

GILGAMESH, la storia del ritrovamento.

Come ho già accennato, Gilgamesh è il protagonista di un poema epico della Mesopotamia, il personaggio è probabilmente esistito realmente come re sumerico.
Il mito di Gilgamesh emerge dal passato solo nel XIX° secolo ed è strettamente legata alle vicende di un inglese (Austen Henry Layard) che durante un viaggio si fermò in Mesopotamia e iniziò gli scavi che condussero al ritrovamento di due antichissime città: Ninive e Nimrod. In quella occasione fu ritrovata una immensa biblioteca di tavolette in scrittura cuneiforme... era la biblioteca di Ninive.
Grazie alla scoperta di una iscrizione conosciuta come "Le Gesta di Dario", ad opera di Henry Rawlins, un Ufficiale dell'Esercito britannico, che riportava lo stesso testo in lingua persiana, elamitica e babilonese, fu possibile tradurre buona parte delle tavolette provenienti da Ninive e non solo. Tra le varie cose ritrovate e tradotte da George Smith, una tavoletta riportava delle notizie del "Diluvio", fino ad allora presente solo nella Bibbia. Fu proprio questo ad eccitare gli animi e ad infondere nuova forza nei ricercatori e nei traduttori...
Qualche anno dopo i tedeschi compirono degli scavi nella zona e riportarono alla luce le rovine dell'antica città di Uruk unitamente ad un buon numero di tavolette...
L'Università della Pennsylvania alla fine dell'ottocento si occupò degli scavi di Nippur riuscendo a raccogliere circa 40.000 tavolette finite negli archivi di vari musei.
Le tavolette contenenti parti del testo della saga di Gilgamesh sono distribuite ormai sul mondo intero e probabilmente non tutte sono state ancora identificate e magari si trovano negli archivi di qualche museo... in ogni caso molto è stato fatto e il racconto è abbastanza chiaro.

Alessandro Giovanni Paolo RUGOLO

La preistoria dell'Egitto

Sino al VII, VI millennio a.C. un clima umido e caldo con una lussureggiante vegetazione subtropicale, caratterizzava l’Egitto.
Le zone ricoperte da boschi e le colline (ora desertificate) erano terreno di caccia.
Ci vollero millenni prima che il Nilo originariamente a clima torrentizio, scavasse il suo letto portando benefici al suolo egizio.
Le vallate a lungo furono completamente inospitali, costellate di lagune e malsane paludi.

Poche sono le testimonianze dell’età paleolitica.
Reperti più abbondanti relativi alla fase mesolitica, si trovano a Helwan, Kom Ombo e nell’oasi di Laqeita, periodo che corrisponde anche ad un cambiamento di clima divenuto più asciutto.
L’altopiano del Sahara, ormai inabitabile tranne che per poche oasi, spinse le popolazioni verso la valle del Nilo, che lentamente aveva assunto l’aspetto attuale.
Ritrovamenti nelle zone di Merimda, Beni Salama e nella zona del Faiyum, mostrano che l’economia durante l’età neolitica, era basata sull’allevamento e sull’agricoltura e le tombe avevano un’abbondante corredo funebre, amuleti e oggetti ornamentali.
Allo stesso periodo risalgono ceramiche lavorate, lance, asce levigate e frecce.

Solitamente si usa dividere l’eneolitico egiziano in tre grandi fasi.
- La civiltà di Badari che, basata sull’economia agricola e pastorale era caratterizzata dalla presenza di utensili di pietra, d’osso, di conchiglia, di rame e da ceramiche. Le necropoli in cui sono state ritrovate statuine femminili, vasi e tavolozze sorgevano lontano dai villaggi.
- Il periodo di Naqada I in cui sono evidenziate non soltanto influenze nubiane, ma anche asiatiche. Alcune raffigurazioni di cane testimonierebbero il culto di Seth, appaiono i primi sarcofagi e come nell’epoca faraonica, nell’Alto Egitto i morti sono sepolti con la testa a oriente.
- Il periodo di Naqada II dove è sempre più frequente l’uso del rame cui si aggiunge l’argento. Dagli elementi iconografici di origine mesopotamica su oggetti egizi si potrebbe supporre invasioni nella valle del Nilo di popolazioni asiatiche.
Sabrina BOLOGNI

domenica 14 ottobre 2007

Il primo Faraone Aha (Mens - Menes) o Narmer


Tutte le fonti di storiografia Egizia affermano all'unanimità che Menes fu il primo faraone.
Una virtuale conferma di ciò è fornita dalla famosa Pietra di Palermo. Il registro superiore non dà che i nomi, sotto una forma alquanto fantasiosa, di sovrani sui quali l'analista non è evidentemente in grado di fornire altre informazioni.
Il secondo registro doveva iniziare certamente con Menes, ma la parte che lo riguarda è andata perduta; per analogia con gli altri due re della I dinastia ricordati nel grande frammento del Cairo si può ritenere con quasi assoluta certezza che vi si trovassero sia il suo nome di Horo che il nome proprio, presumibilmente accompagnato da quello della madre.
Sotto l'intestazione gli spazi riservati alla datazione ricordavano senza dubbio anno per anno gli avvenimenti considerati più importanti del suo regno, anche se è probabile che il compilatore, trattandosi di un'epoca tanto remota, abbia attinto in parte alla propria immaginazione. Sarebbe interessante sapere se era ricordata in modo esplicito l'unificazione dei Due Paesi che era per gli Egizi l'evento memorabile da cui ebbe inizio la storia dell'umanità.
Un'allusione a questo avvenimento si trova nell'espressione Unione dell'Alto e Basso Egitto; giro delle mura che contrassegna il primo anno di regno di ogni sovrano nella Pietra di Palermo e in altri documenti, e che evidentemente si riferisce alla cerimonia con la quale si legittimava la discendenza del sovrano dal fondatore della dinastia.
Le mura nominate dovrebbero essere quelle di Menfi la cui fondazione è attribuita a Menes da Erodoto e, con qualche confusione, anche da Diodoro Siculo.
La Stele di Rosetta, a proposito di Menfi, parla dei riti abitualmente compiuti dal re nell'assumere il suo alto uffizio.
Lo spostamento della residenza regale da un'ignota località del Sud a questa città dalla stupenda posizione naturale al vertice del delta deve perciò esser considerato una conseguenza diretta dell'instaurazione del duplice reame.
Gli altri atti importanti attribuiti a Menes da Erodoto riguardano la creazione di un argine destinato a proteggere Menfi dalle inondazioni del Nilo e la costruzione del tempio di Ptah a sud dei bastioni della città; quest'ultimo avvenimento riceve un'implicita conferma da una tavoletta della XIX Dinastia che nomina il Ptah di Menes.
Come si può ben immaginare, data la scarsità di reperti storici e l'imperfetta conoscenza dei geroglifici del periodo, l'identificazione di un re della I dinastia non è mai precisa e certa. Ecco allora che Menes è da alcuni studiosi identificato con Narmer, mentre secondo altri lui e Aha sarebbero la stessa persona.

Secondo alcuni infine Narmer, Menes e Aha sarebbero state tre persone distinte.

Sabrina BOLOGNI

martedì 9 ottobre 2007

Leucippo (Mileto V secolo a.C.)

Filosofo greco, apprende da Zenone la filosofia eleatica.
E' autore del saggio "Il grande ordinamento dell'universo" e di un'opera "sulla mente".
Leucippo pare sia stato il primo filosofo greco a considerare gli atomi come elementi costituenti la materia.
Fu maestro di Democrito.
Alessandro Giovanni Paolo Rugolo

domenica 7 ottobre 2007

Le tasse nell'Antico Egitto

Nell’Antico Egitto le tasse erano pagate con il lavoro o in natura.
Considerando che il popolo egiziano apparteneva al re, era a lui che i suoi sudditi dovevano, in cambio del cibo, prestazione lavorativa gratuita.
Solo gli artigiani e i contadini, la parte produttiva egiziana, era soggetta al pagamento delle tasse. Durante l’epoca tinita furono fatti vari censimenti che permettevano di conoscere le future entrate con ampio anticipo. Come avveniva? Si valutava il presunto rendimento dei campi al momento della mietitura, calcolo fatto osservando l’altezza raggiunta dalle piene del Nilo. L’ammontare dell’imposta era poi conteggiato dagli scribi. L’importo delle tasse non era lasciato al potere decisionale degli scribi, ma il tutto era seguito da funzionari che dovevano osservare una prassi determinata. Erano rari i casi in cui un contadino doveva versare un tributo che non era in grado di pagare. Tuttavia gli abusi esistevano. Chi si riteneva vittima poteva fare le sue rimostranze ed era ascoltato. Vista la diversità degli oggetti provenienti dalla riscossione delle tasse, che svariavano dal grano ai pesci, dalle pelli conciate agli incensi, le città erano tutte dotate di grandi magazzini per lo stoccaggio. Anche i templi erano soggetti al pagamento delle imposte, salvo che non fossero in possesso di una carta d’immunità (ar), depositata negli archivi reali, dove erano elencati diritti e doveri.
Frequenti sono le raffigurazioni, tra le pitture tombali, di scene di prelievo delle imposte nei campi e delle bastonature inflitte ai recalcitranti contadini.
Sabrina BOLOGNI
Archeologia, preistoria e storia, suddivisioni artificiose del tempo... l'unico testimone dell'evoluzione dell'Uomo...
Egitto... Roma... Sardegna...
Etruschi... Babilonesi... Assiri... Hyksos... Shardana... popoli del mare... Maya... Aztechi... Cinesi...
Vogliamo parlare di questi popoli e di altri... cercare di evidenziare similitudini e differenze... proveremo a studiare, assieme a chi ne ha voglia, popoli dimenticati... senza preconcetti!
Cercheremo di ripercorrere la storia di questi popoli con l'aiuto di storici antichi e moderni... ma non solo...
Cercheremo di andare oltre una disciplina scolastica leggendo testi antichi alla ricerca di radici ancora poco chiare...
Cercheremo di capire se è vero che l'uomo si è evoluto così come abbiamo studiato, linearmente, oppure se è possibile che le cose siano andate diversamente... come sostenne Platone!

Zibaldone...

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